Uomini e Donne, Raffaella Mennoia retroscena del passato: “Sono stata vivisezionata con esami mortificanti”

Marta Vitulano
  • Laureata in Lettere Moderne alla Statale di Milano
  • Editor esperta in TV e Gossip
09/06/2024

Uomini e Donne, Raffaella Mennoia retroscena del passato: “Sono stata vivisezionata con esami mortificanti”

L’autrice di Uomini e Donne Raffaella Mennoia ha raccontato di un periodo delicato della sua vita quando le hanno diagnosticato una malattia sbagliata.

Di recente l’autrice di Uomini e Donne nonché braccio destro di Maria De Filippi Raffaella Mennoia si è lasciata andare ad un retroscena riguardo il suo passato. Tramite delle stories su Instagram, ha deciso di condividere con i fan un’esperienza vissuta in prima persona qualche anno fa, un episodio molto delicato e complesso che l’aveva portata a scoprire di avere una determinata patologia. Ma in realtà, dopo alcuni dubbi e molte ricerche, ha scoperto di avere sì un problema di salute, però non quello diagnosticato inizialmente.

Ecco che cosa ha raccontato: “(…) Fino a quando, facendo un esame, mi diagnosticano appunto questa malattia del sistema immunitario: la neuropatia. Questa si cura con delle immunoglobuline e cortisone. Quindi inizio, mio malgrado, visto che la diagnosi è stata abbastanza impietosa. Inizio una volta a settimana con queste cure per due anni. Non sto qui a dirvi che cosa significava entrare ogni volta in quel reparto, confrontarmi con il dolore e la malattia degli altri, vedere l’evolversi della loro e della mia malattia. Fino a quando io inizio a convincermi che quello che mi avevano diagnosticato non poteva essere così“.

Uomini e Donne, Raffaella Mennoia parla della sua patologia

Ha poi continuato rivelando che, ad un certo punto, si è accorta che qualcosa non andava e ha iniziato a nutrire dei sospetti che la diagnosi fosse sbagliata: “Confrontandomi con altre persone con la stessa patologia, mi rendevo conto che c’era qualcosa che non andava. Quindi inizio a smanettare sul web, mi faccio il biglietto e parto per il Minnesota. Qui vengo visitata e ricoverata, vivisezionata con una serie di esami mortificanti psicologicamente. Sto lì per un periodo e per fortuna alla fine la diagnosi mi dà ragione. Ci tengo a precisarlo, è una diagnosi ad esclusione. Non voglio entrare nello specifico di cosa perché non voglio che quelli che sono stati i miei sintomi poi ve li riconosciate totalmente. Vediamo un attimo se, usando queste parole, qualcuno afferra quello che sto dicendo, senza entrare nel particolare perché non vorrei condizionare nessuno per le proprie diagnosi“.

Scoperto l’errore, è così arrivata la conferma di avere un altro problema di salute: “Quindi poi mi dicono che è un’altra cosa, perché io effettivamente ho un problema, ma è un’altra cosa, non una malattia autoimmune. Sono passati tanti anni e probabilmente la diagnosi fatta per esclusione era corretta. Ovviamente quando vi racconto queste cose non vi sto dicendo di non fidarvi dei medici, anzi, menomale che esistono“.

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