Fabio Fazio risponde nuovamente del compenso a Discovery: “Sono fatti miei”

Ginevra Talocci
  • Laureata in Scienze Politiche
  • Autrice premiata agli Italian Mission Award
08/10/2023

Fabio Fazio risponde nuovamente del compenso a Discovery: “Sono fatti miei”

Intervistato dal Corriere della Sera, Fabio Fazio parla del prossimo debutto di Che Tempo che Fa e mette i puntini sulle i per quanto riguarda il suo addio alla Rai.

Il prossimo 15 Ottobre vedrà nuova vita il programma di Fabio Fazio, Che Tempo che fa, con a fianco l’amica e collega da 15 anni, la comica Luciana Littizzetto. Una nuova collocazione, quella sulla piattaforma di Discovery, al canale Nove, dopo 40 anni in Rai. La sfida è decisamente ostica da affrontare, soprattutto considerando che per anni ha portato a casa degli ascolti a doppia cifra sulla tv di Stato. Invece Nove la domenica sera solitamente fa il 2% di share e Fazio si augura almeno di raddoppiare arrivando al 4%.

L’appuntamento sarà a partire dalle 19:30 con un prologo assieme a Nino Frassica. Dopodiché sarà la volta delle donne: la Littizzetto si occuperà dell’editoriale e, accanto a lei a commentarlo, Ornella Vanoni, che sicuramente regalerà al pubblico qualcuna delle sue perle. A chiudere al momento il cast fisso ci sarà anche il comico Ubaldo Pantani. Per la prima puntata verranno fatti dei test per vedere il gradimento del pubblico di qualche altro personaggio e Fazio già ha svelato il primo ospite: l’attivista egiziano Patrick Zaki.

Ma è impossibile parlare di oggi senza ricordare il passato, a partire dal lontano 10 ottobre 1983, quando iniziò a fianco di Raffaella Carrà con le imitazioni di personaggi come Grillo, Troisi, Benigni, Corrado, Enzo Tortora. Soprattutto è impossibile parlare di oggi, senza tornare indietro agli ultimi mesi in Rai.

Fabio Fazio spiega: “Non sono scappato di nascosto, questo lavoro si fa se si è voluti, e se si è utili”

Nell’intervista rilasciata oggi sul Corriere della Sera, Fazio riprende l’argomento dell’addio alla Rai. Una scelta obbligatoria quando ha notato che non vi sarebbe stato alcun rinnovo e nonostante tutti sapessero, nessuno si era fatto avanti con altre proposte. Nessuno tranne Discovery che lo corteggiava già da ben sei anni.

A marzo l’amministratore delegato mi disse che non sarebbe rimasto e non poteva rinnovare il contratto. A quel punto cominciò la trattativa con Discovery. Lo scrissero i giornali, in Rai lo sapevano tutti: non sono scappato di nascosto col favore dell’oscurità. Semplicemente non si è fatto vivo nessuno e dunque ho capito che la storia finiva lì. A quel punto sono andato felicemente verso quella che considero una seconda vita. Penso sia la cosa giusta. È bello sentirsi voluti. Sono molto contento, e sono enormemente grato a Discovery con cui ho inizio una nuova avventura entusiasmante. Non dirò mai nulla contro la Rai, dopo tanto tempo passato non a mangiare nel piatto ma a cucinare quel piatto. È chiaro che questo lavoro si fa se si è voluti, e se si è utili.

Inoltre il conduttore genovese ha tenuto a confermare che non è assolutamente in organico al Partito Democratico o alla sinistra, anche perchè se così fosse stato, lo avrebbero difeso o aiutato com’è accaduto ad alcuni colleghi. Ma ad ogni modo non avrebbe mai chiesto loro aiuto, in quanto ciò avrebbe compromesso la sua libertà di lavorare come giornalista. Infine, ritorna sull’argomento compenso tacciando coloro che lo additano come finto martire della Rai per passare a guadagnare di più per lo stesso lavoro.

Mi trovi una sola affermazione in cui faccio il martire. Ho detto che vado in un’azienda in cui mi sento benvoluto, a fare un lavoro ben pagato. E ho semplicemente raccontato come sono andate le cose.

A domanda diretta su quanto sia in cifre un lavoro ‘ben pagato’, Fazio ha imparato subito una nuova regola da dipendente privato:

L’aspetto meraviglioso di lavorare nel privato è poter rispondere a questa domanda: fatti miei. Mi hanno sempre chiesto quanto guadagnavo in Rai; non mi hanno mai chiesto quanto ho fatto guadagnare alla Rai. “Che tempo che fa” portava alla media di Rai3 oltre un punto di share. E un punto di share vale alcuni milioni di euro. Per 20 anni.

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