Ilary Blasi, il cachet per “Unica”: “Meno di 1 milione, Totti ne ha chiesti più di 3”

Negli ultimi giorni stanno circolando delle voci secondo cui la conduttrice romana Ilary Blasi per registrare il suo docu-film di Netflix “Unica” avrebbe chiesto e ottenuto poco meno di un milione di euro. Com’è risaputo anche al suo ex marito Francesco Totti è stato chiesto se avrebbe realizzato una replica al documentario della showgirl. Per farlo ha chiesto almeno 3 milioni.

La conduttrice dell’Isola dei Famosi Ilary Blasi ha ottenuto meno di un milione di euro per realizzare il docu-film distribuito da Netflix “Unica”. Il suo ex marito Francesco Totti per acconsentire alla replica ne avrebbe chiesti più di tre. Queste informazioni arrivano da Gabriele Parpiglia che durante il programma Password in onda su RTL 102.5 ha svelato le cifre che gli ex coniugi hanno preteso da Netflix.

Ilary Blasi, svelato il cachet di “Unica”: lei chiede meno di 1 milione, l’ex marito più di 3

La richiesta della showgirl romana è stata considerata contenuta e rapportata all’interesse che il pubblico ha manifestato nei confronti di questa storia. Per questo Netflix ha realizzato il docu-film che in pochissimo tempo è diventato tra i più visti dal colosso di videosharing. La cifra che avrebbe chiesto l’ex Capitano della Roma Francesco Totti, invece, è sembrata irraggiungibile ed ha spinto la piattaforma a lasciar perdere.

Quanto ha chiesto Totti? Più di un milione, più di due milioni, più di tre milioni…ha chiesto tanto, motivo per cui non penso ci sarà questa replica

Come ha svelato la showgirl stessa pochi giorni fa, però, non ha finito di rendere nota la sua versione dei fatti a proposito del divorzio dall’ex marito Francesco Totti. Dopo il documentario “Unica” è la volta del libro “Che Stupida” dove racconterà “la sua verità con un finale inatteso“. E’ stata proprio Ilary a presentare il romanzo edito da Mondadori in uscita il prossimo 30 gennaio su Instagram.

Gli amici mi chiamano “Ice Princess”, la principessa di ghiaccio. E non perché porti spesso i capelli dello stesso colore di Elsa di Frozen, ma perché non mi faccio dominare dalle emozioni. Le vivo fino in fondo, sia chiaro. La felicità, la tristezza, l’entusiasmo, la nostalgia, il dolore… lascio che mi riempiano, tuttavia salvaguardo il ponte di comando della nave: quello spazio deve rimanere sgombro per l’azione, in caso di imprevisti. Avevo l’impressione che una marea scura si stesse allargando dentro di me e arrivasse a lambire il ponte. Non mi ero mai dovuta sforzare per rimanere razionale, quella volta sì. “Che stupida” è una storia di dolore e rinascita, la mia. Con un finale inatteso