Belve, Selvaggia Lucarelli di nuovo contro Francesca Fagnani

Ginevra Talocci
  • Laureata in Scienze Politiche
  • Autrice premiata agli Italian Mission Award
26/03/2023

Belve, Selvaggia Lucarelli di nuovo contro Francesca Fagnani

Terminate le 5 puntate dell’ottava edizione di Belve, Selvaggia Lucarelli ha preso la palla al balzo per recensire il programma guidato da Francesca Fagnani nel suo podcast.

Che lo stile di Francesca Fagnani a Belve non piacesse a Selvaggia Lucarelli ne eravamo già consci. Come se ne sentissimo la mancanza, ha voluto sviscerare approfonditamente le motivazioni nel podcast Il Sottosopra nella puntata dal titolo eloquente: Perchè non mi piace Belve. E perchè sì. L’ex giudice di Ballando con le Stelle, ha più volte rifiutato la partecipazione al programma della Fagnani per timore di essere messa sotto smacco da quest’ultima.

Già in passato aveva sottolineato come tali interviste fossero in realtà una imboscata per l’ospite di turno mentre a risplendere di luce riflessa fosse solo la Fagnani. Stavolta ha atteso il termine delle 5 puntate della nuova stagione per poter esprimere il suo giudizio a tutto tondo. Ma vediamo nello specifico le critiche di Selvaggia quali sono.

Belve, per Selvaggia Lucarelli, Francesca Fagnani è una conduttrice forte con i deboli e debole con i forti

Parte subito a testa bassa Selvaggia, ironizzando sul fatto che Belve è indicato come il più grande caso televisivo della storia dell’umanità. I social, prima della messa in onda, sono strabordanti delle anticipazioni degli ospiti. In particolare, sembra che tutti scelgano il salotto di Rai2 per raccontare quanto di più incredibile è accaduto nella propria vita. Belve per la Lucarelli non è un programma, bensì a metà tra una seduta di ipnosi regressiva e la copertina di Chi di Alfonso Signorini. Il ‘fenomeno Belve’, a suo dire, è basato più sulla caccia alla notizia d’effetto che a delineare maggiormente il profilo dell’ospite conoscendone una sua peculiarità o sfaccettatura.

Possiamo dire che Belve è un programma di interviste in cui di davvero feroce c’è soprattutto l’ambizione di chi lo conduce. Fagnani fa la giornalista e quello che le sta a cuore non è tanto che il programma sia godibile nella sua interezza ma che sia ‘notiziabile’, ovvero che i suoi ospiti dicano qualcosa che poi sarà rilanciato da siti, social e giornali.

L’intervistato è l’elemento meno valorizzato, paradossalmente: non interessa la sua storia nel complesso, non viene fuori un ritratto inedito. C’è soprattutto l’urgenza evidente della conduttrice di strappare una frase ad effetto. Belve insomma è un programma pensato per valorizzare la personalità dell’intervistatrice: lì si va per far vincere la conduttrice.

Inoltre, non è sempre così graffiante Francesca Fagnani. Infatti, Selvaggia nota che la sua ‘belva’ esce fuori meglio con Pamela Prati o Rocco Casalino che con il Presidente del Senato, Ignazio La Russa. Insomma a detta della Lucarelli, è più misurata con i ‘poteri forti’ mentre è implacabile con chi è più debole e facile da deridere.

Opinioni a parte, tra i dati oggettivi a sfavore di Belve, Selvaggia trova che i colleghi siano poco obiettivi ed onesti intellettualmente quando si tratta di parlare del programma. Soprattutto quando gli ascolti non sono così eccelsi o gli ospiti intervistati non attirino l’attenzione come dovrebbero, come ad esempio un Giacomo Urtis. In aggiunta, è innegabile che la Fagnani goda di un certo potere e che ciò che è stato concesso a lei, difficilmente è stato dato ad altri. Si rimane, quindi, sorpresi del timore dei colleghi di pronunciare anche solo una parola di critica. Forse per non inimicarsi non solo lei ma anche il compagno, direttore del tg di La7, Enrico Mentana?

Selvaggia però non vuole elencare solo una serie di critiche ma anche dare un paio di riconoscimenti. Il primo è che la domanda ‘Che belva si sente?’ è diventata virale e che, cosa ben più difficile da attuare, la trasmissione ha una sua identità definita. E secondo, che ammira l’ambizione della Fagnani che è la cosa più feroce del format. Insomma promossa sì, ma non a pieni voti.

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