Per l’appassionato di cinema, il dramma in costume è un genere che offre un doppio piacere: quello di una narrazione storica avvincente e quello di un’immersione totale nell’arte sartoriale. I film in costume con i vestiti più belli non si limitano a ricostruire l’abbigliamento del passato; lo elevano a una forma d’arte che definisce personaggi, status sociale ed evoluzione narrativa. Per noi, un capolavoro del costume è quello dove il tessuto, il ricamo e la silhouette comunicano tanto quanto le battute degli attori. Sono vere e precise sfilate di storia e lusso.
- I 7 film in Costume con i Vestiti più belli di sempre
- 7. The Age of Innocence (L’età dell’innocenza)
- 6. Elizabeth (Elizabeth) / Elizabeth: The Golden Age (Elizabeth: The Golden Age)
- 5. Dangerous Liaisons (Le relazioni pericolose)
- 4. Atonement (Espiazione)
- 3. Gone with the Wind (Via col vento)
- 2. Death on the Nile (Assassinio sul Nilo)
- 1. Marie Antoinette (Marie Antoinette)
I 7 film in Costume con i Vestiti più belli di sempre
Stilare questa classifica dei film in costume con vestiti belli è stata una sfida, ma l’abbiamo affrontata con criteri da vero critico cinematografico e storico della moda. La nostra selezione è basata su tre pilastri: l’Iconicità e l’Impatto Culturale (la capacità del costume di influenzare la moda contemporanea o di diventare immediatamente riconoscibile), la Rilevanza Narrativa e Simbolica (quanto il design supporta la psicologia del personaggio e il tema centrale del film) e la Maestria Tecnica e Artigianale (la complessità delle tecniche di realizzazione, dei ricami e la qualità dei materiali utilizzati, spesso premiati con l’Oscar). Solo i film che hanno trasformato il tessuto in arte meritano di essere qui.
Preparatevi a un viaggio che va dal Settecento sfacciato all’opulenza soffocante dell’età vittoriana, dove ogni abito è un monologo silenzioso e ogni corsetto racconta una storia di repressione o ribellione. Ecco i 7 film in cui la moda ha raggiunto la sua vetta cinematografica, ordinati dalla settima alla prima posizione.
7. The Age of Innocence (L’età dell’innocenza)

Il capolavoro di Martin Scorsese (1993), tratto dal romanzo di Edith Wharton, è un’immersione nell’alta società newyorkese della Gilded Age (1870-1880). Il film narra la passione proibita tra l’avvocato Newland Archer e la “scandalosa” Contessa Ellen Olenska, in un ambiente dove la reputazione è tutto e le emozioni sono soffocate dalle convenzioni. La trama si svolge attraverso cene formali, ricevimenti e abitudini rigidamente codificate, rendendo il codice sociale il vero antagonista.
I costumi, di Gabriella Pescucci (Premio Oscar), meritano un posto d’onore non per la sfacciataggine, ma per la loro sottigliezza emotiva e precisione storica. La Pescucci ha utilizzato i vestiti come prigioni di tessuto. L’opulenza è presente, ma è pacata, austera e formale. I colori scuri e le silhouette ingombranti simboleggiano la costrizione. Il contrasto sartoriale tra l’eleganza leggermente démodé e sensuale di Ellen e la candida rigidità dei vestiti di May Welland è un colpo di genio, che comunica il conflitto tra libertà (Ellen) e dovere (May) senza bisogno di dialoghi. Questo è un film in cui l’eleganza è sinonimo di repressione, rendendolo un’analisi visiva acuta e uno dei film in costume con i vestiti più belli per la loro intelligenza narrativa.
- Anno: 1993
- Regista: Martin Scorsese
- Protagonisti: Daniel Day-Lewis, Michelle Pfeiffer, Winona Ryder
- L’Angolo Critico: Scorsese e Pescucci hanno lavorato per assicurare che ogni dettaglio, dai guanti alla texture del tessuto, parlasse di classe e ansia sociale. La fotografia si sofferma su questi dettagli con un’attenzione quasi feticista. L’uso di colori saturi per Ellen (rossi, verdi profondi) in scene cruciali contrasta con i toni pastello di May, un sistema cromatico che definisce il triangolo amoroso. È un’analisi magistrale del potere del non detto.
- Se ti è piaciuto, guarda anche: Little Women (per la cura nel ricostruire il look di un periodo simile, pur con un tono diverso) e Howard’s End (per il dramma sociale inglese basato sulle classi).
- Dove vederlo: Disponibile su Sky / NOW e in alcune piattaforme di streaming a pagamento (Ottobre 2025).
6. Elizabeth (Elizabeth) / Elizabeth: The Golden Age (Elizabeth: The Golden Age)

Consideriamo il dittico su Elisabetta I per la coerenza e l’evoluzione stilistica. Il primo film (1998) mostra la giovane Elisabetta, vulnerabile e circondata da pericoli. Il sequel (2007) la presenta come la Regina Vergine, un’icona forgiata nel ferro. Entrambi i film raccontano come una donna abbia utilizzato l’immagine e l’abbigliamento per affermare il suo potere in un mondo maschile, trasformandosi in una figura quasi mitologica.
I costumi, ideati da Alexandra Byrne (Premio Oscar per il sequel), sono un’ode all’iconografia del potere Tudor. Nel primo film, i vestiti passano da abiti semplici a corazze di seta e velluto. Nel secondo, gli abiti di Cate Blanchett sono vere e proprie opere architettoniche: rigidi, pesanti e ricamati con perle, oro e gioielli che le tolgono ogni traccia di umanità per elevarla a simbolo. L’uso politico del guardaroba è raramente stato così evidente. L’estetica è mozzafiato, e per questa ragione è uno dei film in costume con vestiti belli che definiscono la regalità cinematografica.
- Anno: 1998 / 2007
- Regista: Shekhar Kapur
- Protagonisti: Cate Blanchett, Joseph Fiennes, Geoffrey Rush
- L’Angolo Critico: Byrne ha saputo bilanciare l’accuratezza storica con la necessità drammatica. L’uso dei colori è cruciale: il bianco e l’oro per l’immagine della “Regina Vergine”, i rossi e i metalli per simboleggiare la minaccia della guerra. La trasformazione finale di Elisabetta in una figura asessuata e potente, grazie all’uso di parrucche elaborate e colletti alti, è un trionfo della costumistica narrativa.
- Se ti è piaciuto, guarda anche: Mary Queen of Scots (per il confronto di stile tra regine rivali) e The Tudors (per l’opulenza seriale).
- Dove vederlo: Disponibili su piattaforme a noleggio (Ottobre 2025).
5. Dangerous Liaisons (Le relazioni pericolose)

Il dramma di corte francese del 1788, tratto dal romanzo epistolare, si concentra sui giochi di seduzione, manipolazione e vendetta tra la Marchesa de Merteuil e il Visconte de Valmont. La loro crudeltà sociale è mascherata da un’eleganza estrema, tipica di una nobiltà che ignora la miseria che la circonda. L’ambiente è un teatro in cui i vestiti sono i costumi di scena che nascondono intenzioni oscure.
I costumi, disegnati da James Acheson (Premio Oscar), sono la quintessenza del lusso decadente Rococo. L’abbigliamento non è solo opulento — fatto di broccati, velluti, pizzi di Venezia e code lunghissime — ma è sfacciatamente esagerato. Merita un posto in classifica perché Acheson ha saputo catturare perfettamente l’eccesso di una classe che vive al di sopra delle proprie possibilità e della propria moralità. I costumi sono strumenti di gioco perverso: le parrucche altissime e le maniche gigantesche sono un modo per i personaggi di nascondere la loro vera natura. È uno dei film in costume con i vestiti più belli per la sua capacità di farci percepire il peso e lo sfarzo di una classe dirigente sull’orlo del baratro.
- Anno: 1988
- Regista: Stephen Frears
- Protagonisti: Glenn Close, John Malkovich, Michelle Pfeiffer, Uma Thurman
- L’Angolo Critico: Acheson ha utilizzato i colori audaci e texture ricche per catturare la frivolezza e l’eccesso della nobiltà. Il design è fondamentale nel definire la gerarchia del potere. Glenn Close indossa abiti che sono vere e proprie armature, con tagli netti e colori potenti (spesso neri e rossi), che riflettono la sua intelligenza strategica. L’attenzione ai dettagli, dai ricami sul gilet di Valmont ai ventagli, è maniacale.
- Se ti è piaciuto, guarda anche: Barry Lyndon (per la cura estrema nell’illuminazione naturale e nell’abbigliamento del Settecento) e Amadeus (per l’opulenza e la teatralità barocca).
- Dove vederlo: Disponibile a noleggio su tutte le principali piattaforme digitali (Ottobre 2025).
4. Atonement (Espiazione)

Il melodramma romantico di Joe Wright (2007), tratto dal romanzo di Ian McEwan, è ambientato nell’alta borghesia inglese del 1935, prima di precipitare nel caos della Seconda Guerra Mondiale. La storia è una meditazione sulla colpa, l’amore distrutto e la memoria. L’ambientazione nella magione di famiglia, con la sua eleganza estiva, è l’ultimo sprazzo di innocenza prima che la menzogna di una bambina distrugga il futuro di due amanti.
Sebbene il film sia un gioiello per l’abbigliamento anni ’30 in generale, è un singolo capo ad aver garantito al film l’immortalità sartoriale: l’iconico abito da sera verde smeraldo indossato da Keira Knightley (Cecilia). Disegnato da Jacqueline Durran (nominata all’Oscar), l’abito è un capolavoro di semplicità sensuale. Realizzato in seta scivolosa, il suo colore saturo e la sua silhouette fluida catturano l’intera tensione erotica e la passione proibita della scena cruciale. È diventato un’icona culturale per la sua potenza visiva e simbolica, ed è uno dei film in costume con vestiti belli più riconoscibili del XXI secolo.
- Anno: 2007
- Regista: Joe Wright
- Protagonisti: Keira Knightley, James McAvoy, Saoirse Ronan
- L’Angolo Critico: La Durran ha lavorato per rendere il vestito verde non solo bello, ma un personaggio a sé stante. Il modo in cui la seta riflette la luce e si muove sul corpo è fondamentale per la carica emotiva della scena. L’abito funge da fulcro cromatico e drammatico, contrapponendosi al grigiore e all’orrore della guerra che seguiranno. La sua estetica minimalista e potente ha ridefinito il concetto di eleganza nel cinema in costume.
- Se ti è piaciuto, guarda anche: Anna Karenina (stesso regista e costumista, per il focus visivo estremo) e The Great Gatsby (per l’opulenza e la moda anni ’20).
- Dove vederlo: Disponibile su Netflix (Ottobre 2025).
3. Gone with the Wind (Via col vento)

L’epopea del 1939, ambientata nel Vecchio Sud americano tra il 1861 e il 1873, è il racconto della resilienza e della caparbietà della viziata Rossella O’Hara. Il film attraversa l’opulenza delle piantagioni, l’orrore della Guerra Civile e la successiva povertà della Ricostruzione. È una saga che usa lo sfarzo per contrastare il dramma e il tessuto per simboleggiare la tenacia della protagonista.
I costumi di Walter Plunkett, pur non vincendo l’Oscar all’epoca, sono un manuale di storia della moda. Il film è rinomato per la sua magnificenza e l’attenzione al dettaglio dei 5.500 costumi utilizzati. Rossella subisce una trasformazione sartoriale che è centrale alla trama: dagli abiti da ballo sfarzosi e frivoli, all’iconico vestito di velluto verde ricavato da una tenda — un simbolo della sua volontà di simulare opulenza e mantenere la dignità nonostante la rovina. Per l’ampiezza della ricostruzione e l’uso narrativo dei capi, è tra i film in costume con i vestiti più belli e storicamente rilevanti del cinema classico.
- Anno: 1939
- Regista: Victor Fleming
- Protagonisti: Vivien Leigh, Clark Gable, Leslie Howard, Olivia de Havilland
- L’Angolo Critico: Plunkett usò il design in modo magistrale per riflettere lo status. I suoi abiti per Rossella sono sempre leggermente più esagerati di quelli delle altre donne, riflettendo la sua ambizione e il suo desiderio di essere al centro dell’attenzione. Il “vestito tenda” non è solo un momento iconico, ma un esempio di come la costumistica possa condensare un intero tema (la sopravvivenza) in un singolo capo.
- Se ti è piaciuto, guarda anche: Doctor Zhivago (per la grande epopea romantica e il dramma storico) e Spartacus (per l’ampiezza della produzione e il design storico).
- Dove vederlo: Disponibile su Prime Video (Ottobre 2025).
2. Death on the Nile (Assassinio sul Nilo)

Ci riferiamo qui alla versione del 1978 di Assassinio sul Nilo. Ambientato in Egitto negli anni ’30, il film segue il detective Hercule Poirot a bordo di un lussuoso piroscafo sul Nilo, dove un omicidio interrompe il viaggio di una ricca ereditiera e dei suoi ospiti. La trama è un classico whodunit di Agatha Christie, ma il contesto è un tripudio di glamour esotico e lusso dell’epoca d’oro dei viaggi internazionali.
I costumi di Anthony Powell (Premio Oscar) sono l’apoteosi dell’eleganza coloniale e Art Déco degli anni ’30. Abiti in chiffon, completi di lino bianco impeccabili, cappelli a tesa larga e gioielli scintillanti definiscono un’estetica di lusso esotico che non ha eguali. La pellicola è una vetrina continua di abiti di alta sartoria, che rendono ogni scena un quadro in movimento, perfetto per la nostra classifica. I costumi non solo definiscono il decennio, ma sottolineano la ricchezza e l’ozio della classe alta che si ritrova intrappolata nel dramma. Per il suo fascino ineguagliabile e per essere uno dei film in costume con vestiti belli più raffinati, è irrinunciabile.
- Anno: 1978
- Regista: John Guillermin
- Protagonisti: Peter Ustinov, Bette Davis, Mia Farrow, David Niven
- L’Angolo Critico: Powell ha utilizzato i colori pastello e i tessuti leggeri (come il lino e la seta) per contrastare il caldo e l’ambiente esotico. Il design dei cappelli e degli accessori era particolarmente cruciale, riflettendo lo status e il tentativo dei personaggi di mantenere la formalità europea in un ambiente alieno. Ogni cambio d’abito era un evento a sé stante.
- Se ti è piaciuto, guarda anche: Orient Express (versione 1974, stesso costumista e stesso focus sul lusso) e A Room with a View (per l’eleganza estiva dei primi ‘900).
- Dove vederlo: Disponibile su Disney+ (Ottobre 2025).
1. Marie Antoinette (Marie Antoinette)

Il primo posto è riservato al capolavoro visivo e stravagante di Sofia Coppola (2006). Il film è un ritratto anacronistico e pop della regina Maria Antonietta, dall’arrivo adolescente e impreparata alla corte di Versailles fino alla sua dipendenza dagli eccessi del lusso. Il focus non è sulla storia politica, ma sulla sua prigionia emotiva, immersa in un mondo di sfarzo estremo, musica rock e dolciumi.
I costumi di Milena Canonero (vincitrice del suo quarto Oscar) non sono solo accurati; sono una rivoluzione estetica. Canonero ha mescolato l’opulenza del Settecento con una sensibilità contemporanea, utilizzando una palette di colori pastello esagerati, pizzi, nastri e sete per creare un universo visivo che è insieme storico e fantastico. L’abito di Maria Antonietta è una manifestazione della sua personalità: esuberante, frivola e fuori controllo. Per la sua assoluta originalità, bellezza sfacciata e l’influenza che ha avuto sull’estetica moderna, è il culmine assoluto dei film in costume con i vestiti più belli.
- Anno: 2006
- Regista: Sofia Coppola
- Protagonisti: Kirsten Dunst, Jason Schwartzman, Judy Davis
- L’Angolo Critico: Il design è volutamente eccessivo per riflettere la bolla di privilegio in cui vive la regina. Canonero ha utilizzato materiali moderni per rendere i vestiti più vivaci e ha inserito sottili anacronismi (come un paio di Converse in una scena) per sottolineare la natura teen idol della regina. L’uso ossessivo di dettagli come nastri, pizzi e torte rende visibile la fuga dalla realtà di Maria Antonietta, elevando la moda a commento sociale e psicologico.
- Se ti è piaciuto, guarda anche: The Favourite (per il dramma di corte e la stravaganza visiva) e Moulin Rouge! (per il design di costume che rompe le regole con un’estetica forte).
- Dove vederlo: Disponibile a noleggio su Google Play Film e Apple TV (Ottobre 2025).

