Se qualcuno non andava “a tempo di musica” – racconta la donna – e se i balletti non venivano eseguiti perfettamente, il padrone di casa dava in assurde escandescenze. Queste le parole della diretta interessata, riportate da La Repubblica:
In alcuni casi dovevamo partecipare in prima persona ai video, anche se non volevamo comparire. Dovevamo presentarci vestiti con il grembiule da cameriere. Una volta abbiamo girato un filmato con dei colleghi maschi, uno ha sbagliato una mossa e lui gli ha dato una botta sul petto. […] Quando lui cercava le medicine che aveva perso […] mentre noi frugavamo nei cassetti, lui ci lanciava addosso delle bottiglie. Diceva un sacco di parolacce, bestemmiava. Non ho mai sentito una persona dire così tante parolacce come lui.
Non è tutto: l’ex colf sostiene anche di aver lavorato spesso fuori orario senza aver quasi mai ricevuto gli straordinari né beneficiare del riposo settimanale o delle ferie.
Gli audio choc dell’imprenditore: minacce e multe per i domestici
La Repubblica ha reso pubblici anche anche alcuni audio, che rendono bene l’idea del clima di terrore in cui, evidentemente, lavoravano le persone che hanno deciso di portare l’influencer in tribunale. Nelle registrazioni, si sente chiaramente Gianluca Vacchi inveire contro i suoi dipendenti, lanciando insulti e minacce.
Allora mi sono rotto i c*****i, i filippini ogni volta che si dimenticano le cose pagano 100 euro di multa. Poi le pagano sommate. Lance si è dimenticato gli occhiali. Ora mi sono scocciato, facciamo una lista e tutte le cose che si dimenticano sono 100 euro di multa. Mi mancano ancora le punture di testosterone. Io mi sono rotto i co*****i, non sto scherzando, a costo che se ne vadano via, una multa tutti i giorni!
Le gravi mancanze dei domestici di Vacchi sarebbero, dunque, non fargli trovare gli occhiali da sole già pronti in macchina e aver spostato le punture di testosterone dal loro solito posto. A peggiorare la situazione, già disastrosa, la richiesta da parte del dj, per i lavoratori, di firmare un contratto di riservatezza con una penale da 50mila euro da detrarre dal Tfr per qualsiasi informazione sulla sua vita privata divulgata a terzi.