Dirty Dancing: un film del cuore da vedere e rivedere
“Nessuno mette Baby in un angolo”: questo statement un po’ minaccioso, e nel quale è contenuta una dichiarazione di stima e magari anche…
“Nessuno mette Baby in un angolo”: questo statement un po’ minaccioso, e nel quale è contenuta una dichiarazione di stima e magari anche d’amore, è la battuta forse più rinomata di un film che ci piace definire “anni ’80 dal primo all’ultimo fotogramma” (anche se è ambientato nel 1963) e che intere generazioni ricordano bene e inseriscono fra i titoli del loro percorso formativo cinefilo di serie b. Ripensarci oggi fa venire un po’ di tristezza perché Patrick Swayze – che faceva la parte di Johnny Castle – non c’è più, essendo scomparso prematuramente nel 2009. Era bravo a recitare e a ballare, così come la sua compagna di set Jennifer Grey.
Figlia dell’attore Joel Grey, Jennifer entrò per prima a far parte del cast di Dirty Dancing. Il personaggio che il regista Emile Ardolino le mise a disposizione, e che altri non è se non la sceneggiatrice Eleanor Bergstein da giovane, è probabilmente il più riuscito dell’intero film. Brutto anatroccolo che perdeva l’innocenza, trasformandosi in un cigno scatenato, Frances detta Baby esprimeva una femminilità quieta e inizialmente insicura, bilanciata da un’intelligenza lucida e da una determinazione che si manifestava fin dalle prime scene.
Una delle ragioni della popolarità di Dirty Dancing fu la “chimica” fra Jennifer Grey e Patrick Swayze. Eppure sul set fra i due a scoppiare non fu non l’idillio ma un crescente fastidio reciproco. Jennifer e Patrick avevano già diviso il set di Alba Rossa, dove non erano andati affatto d’accordo, e quindi l’idea di trascorrere 44 giorni insieme non arrideva a nessun dei due. Tuttavia entrambi fecero del proprio meglio per ingoiare l’amaro boccone.
Anche se Jennifer era più famosa di Patrick, fu lui a diventare una star dopo l’uscita in sala di Dirty Dancing. Forse non tutti sanno che il primo attore scelto per la parte di Johnny Castle fu Billy Zane, immediatamente scartato per la sua incapacità di danzare. Patrick, non appena scritturato, si dedicò con passione a Dirty Dancing e non volle una controfigura nella sequenza in cui ballava con Baby sul tronco di un albero. L’iniziativa gli costò cara, visto che cadde ripetute volte e si fece male.
Durante la lavorazione, sia il regista che i produttori non erano soddisfatti al 100% del film, tanto che inizialmente pensarono di farlo uscire solo per un weekend per poi ripiegare sull’home-video. Non avevano capito niente! Il 72% dei critici di rottentomatoes.com diede la sua approvazione a Dirty Dancing, il passaparola garantì alla storia di Baby e Johnny una lunga sopravvivenza in sala e prima fu raggiunta la vetta della classifica degli incassi e poi si arrivò a un guadagno totale di 187 milioni di dollari. Infine, la canzone “(I’ve had) The Time of My Life” conquistò l’Oscar e il Golden Globe.
Fa sempre tenerezza rivedere Dirty Dancing, storia di una passione impossibile raccontata in un’epoca in cui il sesso tornava pudico e l’ottimismo yuppie trionfava. Questo film a basso budget che parlava di sentimenti universali ancora ci fa sognare, forse anche per una certa aria nostalgica di fine estate. Un po’ musical e un po’ romanzo di formazione al femminile, avrà pure avuto una trama banale, ma è comunque entrato di prepotenza nella cultura pop